Pensare alle madeleines ed associare questo pensiero a Marcel Proust è quasi naturale. Questi piccoli e morbidi dolcetti a forma di coquille saint-jacques sono stati resi celebri dal grande scrittore francesce che, in un passo del volume Dalla parte di Swann, una delle parti in cui è suddivisa l’immensa opera Alla Ricerca del Tempo Perduto, racconta di come, mangiando una madeleine inzuppata nel tè, venga travolto da ricordi d’infanzia, come se questo soffice dolcetto riportasse alla sua memoria le sensazioni e i profumi di un’epoca ormai lontana. Beh, a chi di noi non è successa una cosa del genere? Il profumo di quei biscotti che sfornava la mamma quando eravamo piccole, oppure le inimitabili polpette di patate della nonna, cosa non darei per rimangiarle ancora una volta! Quando io penso alle madeleines, invece, non mi tornano alla mente ricordi della mia infanzia, ma di un’epoca un po’ più recente, poco più di una decina di anni fa quando, studentessa universitaria un po’ sprovveduta, approdai a Parigi con una borsa di studio e tanta voglia di godermi ogni angolo di questa città, tanto sognata fin da bambina. E Parigi ha ricambiato totalmente questo mio amore, regalandomi mesi splendidi fatti di camminate infinite sul lungo-Senna, pomeriggi a leggere nei parchi, passeggiate sotto la pioggia (e quando vi dicono che Parigi è forse ancora più bella quando piove, credeteci) e ore e ore a perdermi tra i film in bianco e nero proiettati alla Cinémathèque Française; mi ha regalato la cultura dei più importanti musei del mondo e quella degli artisti di strada di Montmartre, mi ha regalato amicizie che sono rimaste solide nonostante il passare degli anni e la lontananza, e, soprattutto, un legame indissolubile con questa città da cui non riesco a stare lontana per troppo tempo. Ecco, ogni volta che mangio una madeleine ripenso a quei mesi di spensieratezza, quando andavo in boulangerie e uscivo con una baguette sotto il braccio, tanto per darmi un tono :-) ed un sacchettino di madeleines che sbocconcellavo in metro andando all’università.
Questa è la ricetta che preferisco, quella di Pierre Hermé, classica e semplicissima. L’unico accorgimento per fare venire la famosa gobbetta alle nostre madeleine, è quella di creare uno shock termico, tra l’impasto, che dovrà essere freddo (io, per questo, lo preparo la sera prima e lo lascio in frigo tutta la notte) ed il forno ben caldo.
– 100 g di farina
– 100 g di burro
– 125 g di zucchero a velo
– 2 uova
– 3 g di lievito per dolci
– 1 limone biologico
In un pentolino portare il burro a fusione e lasciarlo intiepidire. In una ciotola montare le uova con lo sbattitore elettrico ed unire, a poco a poco, lo zucchero a velo, sempre mescolando per non creare grumi fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Setacciare la farina con il lievito ed aggiungerla al composto, sempre con lo sbattitore elettrico azionato; poi versare il burro a filo ed infine la scorza grattugiata del limone. Coprire la ciotola con della pellicola e riporre in frigo per qualche ora (io lo lascio tutta la notte). Infine accendere il forno a 220° e fare riscaldare bene; imburrare gli stampini da madeleines (non è necessario se usate quelli in silicone), versare un po’ di composto appena tolto dal frigo in ciscuna forma (senza esagerare, altrimenti, in fase di cottura, fuoriuscirà dalla sua forma) ed infornare lasciando il forno a 220° per qualche minuto, poi abbasssarlo a 180° per completare la cottura (basteranno una decina di minuti). Fare raffreddare su una griglia e servire con il té.
Federica Fusco
29 Giugno 2012 at 09:44Cara Camy,un buongiorno dolcissimo stamattina con le tue madeleines…le adoro!!E’ vero ognuno di noi ha un “ricordo del tempo perduto” speciale legato ad un particolare profumo o sapore…il mio è quello della torta di mele della mia mamma :)
Chissà che bellissima esperienza Parigi ed è vero sotto la pioggia è ancora più speciale ;) Baci.
elenuccia
29 Giugno 2012 at 10:22Quando penso alla mia infanzia mi vengono i mente le polpette (ovviamente di riciclo, fatte con la carne del brodo) e la crostata di mia nonna. Pagherei oro per poter riassaggiare anche solo per una volta quelle polpette e una fettina di quella crostata e per poter fra tornare quei momenti felici.
Invece ho scoperto le madeleines solo pochi anni fa quando un mio amico mi ha “portato in viaggio alla ricerca del tempo perduto”.
imma
29 Giugno 2012 at 16:10Tante ricette mi riportano indietro con il tempo…come il profumo delle torte di nonna le marmellate di mia zia le conserve di pomodoro che si trasformavano piu in scampagnate che il lavoro insomma tanti profumi evocano delle sensazioni uniche e queste madelaines hanno un aspetto cosi godurioso che sono sicura che ne farei fuori in quantità industriali,le adoro!!!baci,Imma
kiarina
30 Giugno 2012 at 12:12Questa me la segno, devo provarle assolutamente! Pierre Hermè è un mito! Io ho fatto una sola ricetta sua, la torta al cioccolato coi lamponi, ma ci credi che mi sembra di sentirne ancora il sapore?! Spettacolo queste madeleines! Segno segno! Un bacione
Federica
1 Luglio 2012 at 22:24Alla ricerca del tempo perduto…quanto mi risuona nella testa questa frase ultimamente!
A riportarmi indietro nel tempo sicuramente ci sono i bon bon di cocco e ricotta e le pesche dolci con cui ho iniziato ad armeggiare in cucina aiutando la mamma. o il profumo del pollo arrosto che mi rimanda al pranzo della domenica a casa dai nonni. Le madeleines sono di quei dolcetti che mi fanno sognare. Bellissime le tue gobbette. Mi è tornata voglia di rispolverare lo stampo :) Un bacione, buona settimana
Ari
2 Luglio 2012 at 18:21se penso a mia nonna penso alle tagliatelle, al pollo arrosto e alle patate fritte che come le faceva lei… ma pure i crostini di fegatini e i carciofi alla giudia. e i cappelletti in brodo per l’8 dicembre. e la minestra di ceci e castagne e quanto altro ancora.. e basta che mi metto a piangere!
Patrizia
2 Luglio 2012 at 19:51Cibo e memoria! Ricordi e profumi! E queste tue madeleines deliziose e perfette! Bellissime!
Serena
3 Luglio 2012 at 09:24Che bei ricordi… mi piacerebbe trascorrere un po’ di tempo a Parigi, non come una forzata dei musei, della serie “tutta Parigi in sette giorni”, ma indulgendo ai ritmi raffinati di questa splendida città. E vorrei tanto anche imparare a preparare le madeleines, non mi riescono mai…
Restiamo in Francia | pastacrolla
12 Giugno 2013 at 23:46[…] ricetta è tratta da Le temps de Cerises, un blog molto carino che ho scoperto da […]